Storia della Leonessa Baseball per ciechi: un racconto di rivalsa, coraggio e voglia di vivere

In un mondo in cui gli idoli dell’apparenza sono stati capaci di costruire una realtà lontana dall’assoluta unicità del quotidiano, è la vita di chi ce la mette tutta a stupire davvero.

Non può non far sorgere un senso di grande ammirazione l’importante impresa della Leonessa Baseball per ciechi.

Una famiglia, prima ancora di un team sportivo, che in pochi anni ha saputo dimostrare, a livello nazionale, quanto possa valere l’impegno e la dedizione, nonostante ogni difficoltà che la vita ci possa porre innanzi.

A tessere la trama del racconto di questa squadra, ricca di emozione e sentimento, è stato il suo presidente Ghulam Sarwar.

“Prima di approdare a Brescia giocavo a Milano, ma in me era forte il desiderio di creare una nuova squadra qui nel nostro territorio – ha raccontato – la Leonessa è nata nel 2018 e, già dal primo anno, abbiamo iniziato a partecipare al campionato nazionale della nostra categoria, composto da undici squadre provenienti da tutta Italia.

Dopo tanto impegno. in questa stagione siamo riusciti a conquistare il titolo nazionale, battendo per 13 a 5 la squadra di Bologna, che come noi si era qualificata in finale”

Un risultato eccezionale, che sicuramente dimostra la grande passione dei molti atleti che rendono viva questa squadra. 

“I benefici che questo sport offre a tutti noi atleti sono molteplici. In primis permette alle persone non vedenti di migliorare notevolmente la propria autonomia: nessuno li assiste in campo, come accade per altri sport, e molti, proprio per garantire la partecipazione agli allenamenti settimanali, hanno imparato ad utilizzare i mezzi pubblici e dunque a muoversi in piena autonomia – ha continuato il presidente – La socializzazione è l’altro aspetto importante: molti non vedenti sono costretti a vivere in una realtà limitata, senza grandi possibilità di creare dei legami con altre persone.

Questo team, che coinvolge una dozzina di giocatori ed altrettanti assistenti, ha contribuito a creare dunque un gruppo di amici affiatato e desideroso di vivere insieme tanti momenti di gioco e divertimento”.

Si tratta dunque di una realtà davvero unica nel panorama sportivo della provincia di Brescia, capace di racchiudere in sé tutti gli ottimi propositi di cui la pratica sportiva dovrebbe sempre farsi garante e promotrice.

“La cosa più bella di questo sport per i nostri atleti? La possibilità di correre da soli, da base a base, assaporando il vero sapore della libertà. Ringraziamo tutti i nostri assistenti ed atleti per aver avuto la forza di portare a termine un campionato così complesso. Volevamo dedicare la nostra vittoria a tutti i nostri concittadini, specialmente coloro che non ce l’hanno fatta a causa della pandemia e coloro che hanno lottato per salvare chi era in pericolo” ha concluso Ghulam.

Una storia di rivincita, coraggio e tanta voglia di vivere, che deve rimanere per tutti noi un esempio degno di stima.

Leonardo Binda