I non vedenti possono giocare a baseball?

Quando si parla di questa squadra bisogna subito dare risposta a un ragionevole dubbio: i non vedenti possono giocare a baseball? Certo, secondo un protocollo collaudato negli anni che non  comporta rischi per i praticanti. Non c’è la figura del lanciatore, sonagli consentono l’individuazione della pallina, la seconda base è vedente, le guide indicano  la direzione di corsa all’attaccante, segnalando la loro presenza in campo con battito di racchette che diventa sempre più frenetico quando l’obiettivo si avvicina. Nulla sarebbe stato  possibile senza di loro e qui la Leonessa Brescia può vantare il suo primo record, nessuna squadra in Italia ha collaboratori così giovani. Questi ragazzi seguono con passione la squadra anche in trasferta, spesso rinunciando ai fine settimana . E ci sono anche figli che fanno da supporto alla mamma non vedente. Nata nel 2017, la squadra ha subito ottenuto risultati straordinari: nel 2018 è arrivata terza in campionato, l’anno dopo ha perso la finale playoff e ha vinto lo scudetto nel 2020, l’anno delle tante vittime di Covid cui è stato dedicato il titolo. Il team ha continuato a esprimersi a ottimi livelli nelle stagioni successive, mancando la partecipazione ai playoff solo nel 2022. E nel 2023, a suggellare l’ideale percorso di crescita, è arrivata la coppa Italia, stavolta conquistata a Codogno, altra città simbolo della pandemia: lì fu registrato il primo caso e aver alzato il trofeo proprio  in una città – che - come la nostra – è stata così colpita dal virus è stato per i giocatori un episodio di straordinaria valenza emotiva. Se in questi anni sono arrivati tali risultati lo si deve innanzitutto alla passione di  Sarwar Ghoulam (già vincitore di cinque scudetti a Milano) che ha portato questo sport in città nel 2017 ed è l’attuale presidente, nonché  leader in campo della squadra. Ma tutti hanno messo il loro mattoncino, affrontando le difficoltà di doversi allenare e giocare sempre fuori dalla nostra città da quando, nel 2021, non è stato più possibile avere a disposizione l’area del Cus Brescia. Per le partite casalinghe la squadra è stata ospitata al Sebastiano Chia di Bergamo e per i giocatori i disagi sono aumentati, costretti come erano a fare affidamento per i lunghi spostamenti solo su mezzi propri, mentre l’impianto cittadino era facilmente raggiungibile con la metropolitana. In aiuto della Leonessa è venuto in aiuto il Lions Club di Collebeato che ha messo a disposizione per le trasferte un van, grazie all’impegno dei soci , a varie iniziative e a una raccolta fondi che è riuscita ad accumulare i 29 mila euro per l’acquisto. A supportare il progetto gli altri undici club provinciali dei Lions  col sostegno dei Lions Club International Fondation con una donazione di 15mila dollari. In questi anni la Leonessa ha avviato i suoi atleti alla pratica di altre discipline, dall’atletica leggera al goal ball (una sorta di pallamano) fino allo showdown, che molto somiglia al tennistavolo. Senza limiti né barriere, aprendo le porte a tutti, anche a chi non ha mai praticato lo sport. Un invito a vivere la condizione del non vedente aprendosi agli altri e alle tante opportunità che sempre regala la vita. Nella Leonessa si respira un clima di famiglia, c’è il tempo dell’allenamento e dello sport ma anche quello della condivisione e del divertimento. Chi si avvicina non si stacca più, ed è questo il traguardo di cui la società va più fiera