Parkour, forza e fiducia per superare ogni limite


Spesso si crede che senza
la vista nulla sia possibile:
chi si sarebbe mai immagina-
to di vedere dei ragazzi non
vedenti ed ipovedenti prova-
re a cimentarsi nel parkour?
Eppure è quello che è succes-
so proprio ieri sui tatami del-
la Asd Artistica Brescia di
Flero: dalla sinergia tra Davi-
de Garzetti e il suo team di
parkouristi e la voglia di fare
degli atleti della Leonessa Ba-
seball per ciechi, è nato il pro-
getto «Parkour per non ve-
denti».
«È nato grazie al caso, ad
un susseguirsi di coinciden-
ze e conoscenze - spiega Gar-
zetti -. I ragazzi cercavano
un altro sport da praticare
nel periodo invernale, qual-
cosa di legato al movimento.
All’inizio siamo rimasti stupi-
ti poi ci siamo messi subito
in gioco, cercando delle solu-
zioni». L’idea di base ripren-
de i principi della disciplina
del parkour, ovvero abbatte-
re le barriere mentali e fisi-
che attraverso il movimento,
sperimentando la libertà e la

sicurezza che deriva dall'uti-
lizzo del proprio corpo in mo-
do efficace e creativo, sco-
prendo nuove opportunità
per vivere la vita al massimo.
«Trovare persone talentuose
che si cimentano a studiare
nuove modalità per rendere
un attività accessibile ci fa
raggiungere già il primo
obiettivo: rendere più cose
possibili fattibili anche per
noi - commenta Sarwar Ghu-
lam presidente del Leonessa
baseball -. Inoltre ci permet-
te di superare i nostri limiti,
rifare cose che facevamo da
piccoli o che mai abbiamo
sperimentato nella vita».
La paura c’è, ma i ragazzi
del Leonessa sono sportivi
precisi ed abituati a lavorare
sulle distanze. « Quindi ab-
biamo detto: proviamo! -
prosegue Ghulam -. Di sicu-
ro il numero di partecipanti
aumenterà, faremo tanto
passaparola». Il team di par-
kouristi ha osservato la squa-
dra di non vedenti in allena-
mento e pensato a tavolino
degli esercizi da proporre,
per poi testarne la fattibilità:
«Siamo venuti in palestra e
grazie all’uso di alcuni attrez-

zi abbiamo realizzato dei mo-
vimenti: salti dall’alto, salti
ostacolo, verticali e capovol-
te - spiega Sara Zacchi -. Ab-
biamo aggiunto il suono e il
tatto, ma anche l’uso della pa-
rola con descrizioni detta-
gliate del movimento, per
rendere il tutto realizzabile».
I ragazzi non vedenti ed ipo-
vedenti del Leonessa Base-
ball si sono subito buttati a
capofitto nella prova: dal ri-
scaldamento alla concentra-
zione e ricerca dell’equili-
brio, fino ad eseguire caprio-
le, salti di precisione con cor-
retta ammortizzazione del
colpo e volteggi.
«Pensavamo fosse impossi-
bile ma ci hanno dimostrato
il contrario - prosegue Gar-zetti -.

Questi ragazzi sono
straordinari. Molti sono nati
ciechi, altri hanno perso la vi-
sta nel tempo e questo talvol-
ta ti fa passare la voglia di fa-
re, di impegnarti in qualco-
sa, ma qui hanno trovato pa-
ne per i loro denti».
L’obiettivo ora è scoprire le
potenzialità di questo proget-
to ambizioso e andare oltre.
«Penso possa fare bene non
solo ai ragazzi ma anche a
noi, per questo speriamo di
poterlo riproporre su grande
scala - chiude Roberto Del
Pozzo -. Il bello del Parkour
è che ti aiuta a superare le dif-
ficoltà, a non arrenderti mai
e farti capire che i limiti non
ci sono se non nella tua te-
sta». •.